Arriva in libreria il secondo volume dell’epistolario di Charles Dickens edito da ABEditore, Charles Dickens: Una vita in lettere.
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Il libro “L’anima degli affari
Lettere e riflessioni sul mestiere di scrivere” svela i segreti di Dickens romanziere, editore e performer. Il volume è pubblicato da minimumfax e curato da Laura Bartoli.
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Con “Una vita in lettere” arriva per la prima volta in Italia l’epistolario di Charles Dickens, curato da Laura Bartoli.
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Biografia e opere principali di Frances Milton Trollope, madre del romanziere Anthony Trollope
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Il racconto bizzarro del giorno in cui Thomas Hardy incontrò Charles Dickens
Continue readingTradurre Anthony Trollope: intervista a Rossella Cazzullo
Intervista a Rossella Cazzullo, traduttrice italiana di Anthony e Frances Trollope
Continue readingParole vittoriane: la società attraverso i grandi romanzi
I grandi romanzieri dell’età vittoriana non ci hanno lasciato solamente un immenso patrimonio letterario, hanno cristallizzato nei secoli una finestra aperta sul loro mondo, quello fatto degli sfarzi delle grandi corti come pure dello squallore e la miseria del popolo. È attraverso le storie di Thackeray, Collins, Dickens e Hardy che oggi possiamo guardare indietro a un tempo che ci sembra dopotutto non così lontano, e improvvisamente anche noi ci muoviamo tra le strade di Londra, i corridoi delle scuole dello Yorkshire oppure i boschi del Dorset.
Ed è stato proprio uno dei grandi cult vittoriani a farmi venire un’idea di una nuova rubrica che ho deciso di chiamare parole vittoriane: leggendo Vanity Fair (La fiera delle vanità) di William Thackeray mi sono imbattuta in tantissime parole cardine della società vittoriana e ho pensato che le citazioni dei romanzi potessero essere un ottimo punto di partenza per condividere qualcosa in più su questo periodo che tanto ci affascina.
Con cadenza più o meno regolare, condividerò sulle mie stories su Instagram e su Facebook alcune citazioni (le prime saranno tratte proprio da Vanity Fair) che mi permetteranno di focalizzarmi ogni volta su una parola specifica, che vi racconterò, sperando che la mia breve spiegazione possa esservi d’aiuto la prossima volta che leggerete un romanzo vittoriano.
Per farvi capire meglio quel che ho in mente, cominciamo già da ora con la prima citazione e quindi la nostra prima parola vittoriana.
“A comfortable inn in Brighton is better than a spunging-house in Chancery Lane” – da Vanity Fair di William M. Thackeray
Questa frase è tratta da una delle conversazioni tra la protagonista Rebecca Sharp e suo marito, il capitano Crawley. A corto di soldi, Rebecca cerca di persuaderlo che a Brighton sarebbe stato più semplice fuggirsene via senza pagare l’affitto, a Londra invece sarebbero stati facilmente acciuffati e portati in una sponging-house.
Quindi, che cos’è una sponging-house (Thackeray scrive spunging-house)? Potremmo definirla una prigione preventiva per debitori. Non era a tutti gli effetti una prigione per debitori (debtor’s prison), ma un luogo in cui un insolvente veniva condotto in seguito alla denuncia da parte del creditore: il poveretto era arrestato da un ufficiale giudiziario (bailiff) che lo conduceva alla sponging-house, dalla quale poteva uscire solo una volta saldato il suo debito.
Si chiamava così proprio perché chi vi era rinchiuso veniva spremuto come una spugna (sponge) per far sì che cacciasse fuori tutto il denaro di cui disponeva al fine di saldare il suo debito. In caso contrario finiva alla prigione per debitori.
Potete trovare tutte le altre “parole vittoriane” già uscite cliccando qui. Vi aspetto su Instagram e su Facebook per le prossime parole vittoriane e ovviamente fatemi sapere sui social se questa nuova iniziativa vi piace!
La fiera delle vanità: l’intrigo che Thackeray tagliò dal romanzo
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